In questa pagina raccogliamo alcuni studi interessanti sul modello sociale alla disabilità per arricchire la nostra visione della neurodiversità umana e l’accoglienza delle neurodivergenze divulgando prospettive diverse da quella medica.
Lo studio analizza l’impatto della disabilità sullo sviluppo dell’identità dei siblings di adolescenti e giovani adulti con disabilità intellettiva attraverso la ricerca partecipativa e 32 interviste semi-strutturate e approfondendo le conseguenze della gestione quotidiana e introducendo il concetto di “disabilità per associazione”, processo in cui fratelli e sorelle svilupperebbero una propria identità sulla base della presenza di un familiare disabile.
Lo studio presenta i risultati di interviste semi-strutturate svolte in Italia durante la fase 1 della pandemia da Covid-19 per analizzare la salute mentale di genitori lavoratori di bambini prescolari e scolari e la loro riorganizzazione delle traiettorie di vita dovuta al distanziamento sociale e fisico. Il lockdown è stato un caso estremo di familismo che ha mostrato l’assenza di un sistema di supporto alle famiglie, caratteristica del welfare italiano. La situazione ha avuto un impatto negativo sulla salute mentale genitoriale indicendo, soprattutto nelle madri, un senso di colpa. I dati mostrano l’urgenza di ripensare la genitorialità come una questione sociale che necessita di politiche sia su larga scala sia specifiche di sostegno di genere.
Questo saggio articola una proposta teorica per fare in modo che la disabilità, dal punto di vista sociologico, cessi di essere relegata in
sotto-campi disciplinari o di nicchia per diventare una dimensione chiave dell’analisi dei processi di disuguaglianza sociale con una molteplicità di approcci teorici e strumenti metodologici. Il saggio analizza i concetti di menomazione, abilità, abilismo e disabilismo, sia da un punto di vista culturale, sia dal punto di vista socio-strutturale per costituire una sociologia della disabilità che
rappresenti una variante degli studi sulla diversità e sull’equità a maggior ragione nel nostro paese, dove gli studi sulla disabilità sono ancora nella loro fase iniziale.
sotto-campi disciplinari o di nicchia per diventare una dimensione chiave dell’analisi dei processi di disuguaglianza sociale con una molteplicità di approcci teorici e strumenti metodologici. Il saggio analizza i concetti di menomazione, abilità, abilismo e disabilismo, sia da un punto di vista culturale, sia dal punto di vista socio-strutturale per costituire una sociologia della disabilità che
rappresenti una variante degli studi sulla diversità e sull’equità a maggior ragione nel nostro paese, dove gli studi sulla disabilità sono ancora nella loro fase iniziale.
Lo studio presenta le strategie di resistenza allo stigma delle famiglie con bambini autistici o con sindrome di Down. Lo studio qualitativo si basa su 111 interviste approfondite a genitori, siblings e giovani sull’osservazione di due famiglie durante le loro attività quotidiane attraverso la tecnica dello shadowing. I risultati presentano due principali strategie di resistenza allo stigma: la medicalizzazione e la normalizzazione, entrambe incapaci di rappresentare una contro-narrativa e di fornire ai propri figli role model positivi. L’impatto dell’attenzione sulla genetica e l’assenza di un linguaggio specifico per nominare e descrivere la disabilità cognitiva implica la difficoltà di invertire lo stigma in una forma di caratteristica distintiva.